La Legge di Bilancio 2023 è intervenuta anche sul nodo pensioni e, fra i diversi provvedimenti, ha previsto l’introduzione della cosiddetta Quota 103, che va a sostituire Quota 102.
Il provvedimento riguarderebbe, secondo le stime, circa 50.000 lavoratori, che nel corso del 2023 dovrebbero raggiungere i due requisiti minimi per l’accesso al pensionamento anticipato:
- 62 anni di età;
- 41 anni di contributi.
Si tratta, nei fatti, di un anticipo di quasi cinque anni rispetto al normale requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, fissato a 67 anni anche per il 2023.
In questo articolo ricapitoliamo quali sono i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia, con le eccezioni previste per legge, e vedremo il funzionamento di Quota 103, i tempi per l’accesso e il limite reddituale imposto.
Infine, scopriremo che gli aderenti ai fondi pensione possono contare su uno strumento in più per l’accesso anticipato alla pensione: la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).
Legge di Bilancio 2023: arriva Quota 103
La Legge di Bilancio 2023, tra le diverse previsioni per il nuovo anno, segna la sostituzione di Quota 102 con Quota 103, una delle opportunità di flessibilità in uscita dal lavoro per anticipare il pensionamento.
Secondo la normativa vigente, infatti, e fino al 2024, i requisiti di base per accedere alla pensione di vecchiaia sono i seguenti:
- 67 anni di età anagrafica;
- almeno 20 anni di contributi versati.
In alternativa, esiste la possibilità di andare in pensione in anticipo, pur non avendo ancora l’età anagrafica per farlo, se si raggiunge un’età contributiva pari a:
- 43 anni e 3 o 4 mesi per gli uomini;
- 42 anni e 3 o 4 mesi per le donne.
Infine, è prevista anche la cosiddetta pensione di vecchiaia contributiva, per la quale sono necessari i seguenti requisiti:
- 71 anni di età anagrafica;
- almeno 5 anni di contributi versati interamente a partire dal 1996.
In questo quadro si inserisce la nuova Quota 103, uno dei provvedimenti introdotti nella Legge di Bilancio approvata a fine dicembre dal Parlamento. Vediamo quindi come funziona.
Leggi anche il nostro approfondimento Quali sono i requisiti per andare in pensione?
Come funziona Quota 103?
Quota 103 potrà essere utilizzata per 12 mesi, a partire dal 1° gennaio 2023. Questa opportunità riguarderà i lavoratori che matureranno entrambi i requisiti summenzionati:
- 62 anni di età;
- 41 anni di contributi.
Chi raggiungerà tali requisiti entro il 31 dicembre 2023 potrà esercitare il diritto ad andare in pensione con Quota 103, anche in un momento successivo a questa scadenza.
Chi deciderà di accedere a Quota 103 avrà tuttavia il divieto di cumulo di reddito da pensione e reddito da lavoro.
In sostanza, i pensionati con Quota 103 non potranno lavorare fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè 67 anni.
L’unico reddito da lavoro che resta cumulabile per chi sceglie questa soluzione è quello derivante dalle prestazioni occasionali, per un importo lordo annuo che non superi i 5.000 euro totali.
Per quanto concerne l’importo dell’assegno pensionistico, quello riconosciuto per Quota 103 non potrà superare un importo pari a 5 volte la pensione minima, sulla base della relazione tecnica allegata alla manovra. Di conseguenza il limite massimo sarà pari a circa 36.643 euro l’anno, circa 2.818 euro lordi al mese, tredicesima compresa. Tale limite permarrà fino al compimento dei 67 anni, dopodiché se l’importo della pensione risulta essere superiore al limite, questa verrà riconosciuta per intero.
Come anticipato, secondo le previsioni questa possibilità di anticipo pensionistico potrebbe coinvolgere fino a 50.000 lavoratori.
Fondo pensione e anticipo pensionistico: come funziona la RITA?
Abbiamo visto che Quota 103 richiede due requisiti, uno anagrafico e uno contributivo, per poter anticipare il momento della pensione. Inoltre, è stato posto un limite massimo all’importo dell’assegno pensionistico, che permane fino al compimento di 67 anni del pensionato, anche se sulla base dei calcoli potrebbe essere più elevato.
In sostanza, anche se il pensionato ha diritto a una pensione superiore di 5 volte la minima, fino a 67 anni dovrà subire il limite di Quota 103.
Questi requisiti, dunque, pongono alcuni limiti a chi sceglie di ritirarsi prima dal mondo del lavoro utilizzando Quota 103.
Chi aderisce a un fondo pensione come Telemaco, invece, può contare su un’opportunità in più, oltre alla pensione integrativa in sé e ai vantaggi riconosciuti agli aderenti nel corso della contribuzione: parliamo della RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
La RITA rappresenta l’opportunità, per chi ha perso il lavoro in prossimità della pensione, di richiedere in anticipo il capitale accumulato presso il fondo pensione, in tutto o in parte, sotto forma di rendita.
Per accedere alla RITA occorre essere in possesso di specifici requisiti legati alla permanenza nel fondo pensione e al periodo tra la richiesta e il raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia.
Nel dettaglio:
- adesione al fondo pensione da almeno 5 anni, che possono essere ridotti a 3 in alcuni casi specifici previsti dallo Statuto;
- cessazione dell’attività lavorativa;
- raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi alla richiesta;
- maturazione del requisito contributivo complessivo nei regimi obbligatori di appartenenza di almeno 20 anni.
La RITA può essere richiesta, inoltre, se sono presenti i seguenti requisiti:
- adesione al fondo pensione da almeno 5 anni, che possono essere ridotti a 3 in alcuni casi specifici previsti dallo Statuto;
- inoccupazione, successiva alla cessazione dell’attività lavorativa, per un periodo di tempo superiore a 24 mesi;
- raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 10 anni successivi.
Si tratta dunque di un’importante opportunità, in una fase storica in cui le riforme delle pensioni che si sono susseguite hanno creato non poche difficoltà in termini di tempistiche per l’accesso al pensionamento e di assegni purtroppo sempre più esigui.
Leggi anche il nostro approfondimento Cos’è la Rendita integrativa temporanea anticipata (RITA)